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  • Immagine del redattoreDoriana Elia

Sindrome della Capanna. Che cos'è? Come affrontarla!


La “dimensione emotiva” che in psicologia è definita “Sindrome della Capanna o del

Prigioniero” riguarda un particolare fenomeno che può manifestarsi in seguito a

lunghi periodi di distacco dalla realtà, proprio come quelli vissuti in questo 2020 a

causa del Covid-19.

Poter uscire nuovamente, dopo mesi di clausura, può generare una sensazione mista

di: paura, insicurezza, tristezza o ansia. Si riferisce ad uno stato di smarrimento ed

implica la voglia di continuare a rimanere, al sicuro, nel proprio rifugio.

La “Sindrome della Capanna” sta interessando un gran numero di persone in questo

specifico momento di ripresa dopo il lungo lockdown


Come si manifesta questa sindrome?


Tra i sintomi di questa condizione emotiva ritroviamo:

● episodi di irritabilità;

● tristezza, angoscia, frustrazione;

● stanchezza e malessere fisico;

● difficoltà ad alzarsi al mattino;

● difficoltà di concentrazione;

● demotivazione;

● voglia di determinati cibi per lenire l’ansia.


Le cause

Sono varie le cause responsabili di un comportamento come questo, tra cui:

● il terrore verso il mondo esterno;

● la paura di ammalarsi;

● il timore di contagiare i propri cari;


● la convinzione di non ritrovare più il mondo che si conosceva prima.


La caratteristica più evidente?

Ovviamente la paura di uscire, perché si è convinti che in casa si abbia tutto quello

di cui si ha bisogno. A questo punto la domanda più ovvia, che verrebbe a tutti di

porre è: come fare per uscirne?


Strategie per superare la Sindrome della Capanna

Sicuramente questa è una condizione che sparirà con il ritorno totale alla

normalità: un ritorno questo che non vediamo l’ora che arrivi.

Come fare per affrontare le nostre stesse paure?


Nel frattempo, nel nostro piccolo, cosa possiamo fare?


1. Accettare le emozioni

Dopo il lungo periodo di isolamento che abbiamo sperimentato, è naturale essere

scossi emotivamente. Quindi quello che stiamo provando è del tutto normale.

Per questo è importante che ci prendiamo cura di noi e dei nostri bisogni.


2. Stabilire degli obiettivi

Dobbiamo organizzare una nostra routine, in cui possiamo dedicarci al lavoro, alla

casa, all’attività fisica.

Possiamo leggere, parlare, cucinare o coltivare hobby, contattare parenti e amici.


3. Evitate di passare molto tempo a letto


Oltre il necessario non ci aiuta.


4. Praticare la gratitudine

Rappresenta una modalità di auto-aiuto che può metterci in contatto con momenti di

gioia, vitalità e piacere.

Si può, ad esempio, creare il barattolo dei pensieri felici e della gratitudine.


Chiediamoci: cosa ci rende grati oggi?


Non ce lo insegna nessuno, ma è uno spazio tutto nostro in cui rifugiarsi tra un

momento di tensione e l’altro, un bene prezioso da coltivare e preservare.

Il barattolo è uno stratagemma che ci aiuta a vivere la vita attimo, per attimo; serve

per raccogliere giorno, dopo giorno, dei bigliettini su cui avremo scritto i

nostri pensieri felici. Ci servirà a ricordare i momenti di gioia ogni qualvolta

ne sentiremo la necessità, perché ci sentiamo tristi o semplicemente perché lo

desideriamo Così, magari, in una giornata particolarmente “pesante” potrebbe

essere utile aprire quel barattolo e far riaffiorare i momenti e i pensieri di cui

essere grati per farci superare quel pensiero “triste”.


Per il resto, diamoci tempo, le sensazioni che si provano, hanno ragione d’esistere.

Non bisogna alimentate le paure e le ansie, affidandoci, magari, a fonti di

informazione distorte, non veritiere, che hanno solo lo scopo di spaventare più che

informare. Ma soprattutto concediamoci del tempo, se non vogliamo uscire oggi, va

bene. Lo faremo domani o quando ci sentiremo davvero pronti, iniziando magari a

fare una bella passeggiata, a contatto con la natura, per sentire nuovamente la

bellezza del poter uscire e del farsi accarezzare dal vento.


Bisogna, inoltre, tornare ad ascoltare se stessi con maggior compassione magari

annotando le proprie preoccupazioni e rileggendole: con questa modalità,

riportando le cose e gli accaduti nel qui e ora, non nel tempo che non possiamo

gestire, ossia il passato e il futuro irrealistico.

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